Trova questo libretto postale e guadagni €300.000: ecco quale

Il libretto postale resta sempre, anche a distanza di ben oltre un secolo dalla sua prima adozione, una delle forme di strumento di risparmio più duttili ed adattive del nostro paese, uno strumento molto meno “impegnativo” e costoso nel mantenimento di un conto corrente in una banca tradizionale ma al tempo stesso anche molto più facile da utilizzare.

La struttura non è chissà quanto diversa da una qualsiasi forma di buono di risparmio o di libretto bancario, ma i libretti postali sono strettamente sottoposti dalla Cassa dei Depositi e dei Prestiti e come qualsiasi altra forma di strumento finanziario postale possibile, essi sono garantiti dallo stato italiano. Muniti di codice IBAN, rappresentano oggi la condizione “standard” per ricevere la pensione di milioni e milioni di italiani (ed è anche compatibile con la ricezione di qualsiasi forma di bonifico, come ad esempio lo stipendio).

Esso esiste  in due versioni principali: quello “ordinario”, nella sua forma tradizionale di libretto cartaceo, e quello Smart, ovvero la variante priva di qualsiasi forma fisica che viene utilizzata soltanto in forma digitale per le operazioni (attraverso una tessera molto simile ad una carta di debito, m che risulta utile solo per le operazioni presso gli sportelli ATM).

In ogni caso, la formula del libretto è la stessa e basta aggiungere dei fondi presso un qualsiasi ufficio postale, ma anche tramite qualsiasi altra operazione di natura immediata e gratuita, così come anche l’eventuale chiusura del libretto. E’ importante dire che se un libretto postale non viene utilizzato per più di 10 anni, ecco che allora entra in uno stato definito “dormiente” che ne anticipa la chiusura inevitabile: ogni anno le Poste sono infatti costrette a chiudere un considerevole numero di libretti, fornendo alla clientela una data come “termine ultimo”.

Oltre questa data tutti i libretti definiti dormienti saranno chiusi e gli importi saranno sostati provvisoriamente su un Fondo gestito da Consap; i titolari dei libretti, preventivamente avvisati della chiusura, possono comunque fare comunque richiesta per ottenere gli importi presenti originariamente sul proprio libretto.