Forme di investimento che non passano mai di moda, i buoni del tesoro poliennali, chiamati anche BTP, corrispondono alle più comuni forme di titoli di stato sotto forma di obbligazioni che sono resi disponibili per l’acquisto, la gestitone ma anche la vendita per i risparmiatori italiani. I BTP Italia rappresentano una forma sensibilmente diversificata rispetto a quelli “normali” anche se presentano alcune particolari peculiarità, pur mantenendo la forma tradizionale di bene pagato tramite cedole fisse.
BTP Italia, quando paga la cedola? Ecco la risposta. “Pazzesco”
I BTP Italia sono stati concepiti nel 2012 dallo Stato Italiano, e concepiti e regolarizzati sotto la gestione della Cassa depositi e prestiti come qualsiasi altra forma di obbligazione e sono concepiti per essere utilizzati come investimento.
Corrispondono ad una forma di certificato di debito con scadenza variabile (la prima versione era di 4 anni) e presentano una condizione di “rischio” più alto rispetto ai BTP normali che quasi sempre sono orientati per ottenere un guadagno progressivo graduale, quasi sicuro ma di minor impatto dal punto di vista della quantità economica.
La differenza è nel tipo di “rischio” perlopiù, basato sul livello di insolvenza dello Stato che li ha emessi. In buona sostanza questo significa che con livelli più o meno evidenti di instabilità ed inflazione ma anche di condizione economica legata allo stato di emissione, il guadagno pur essendo garantito sempre da una parte.
La scadenza dei BTP Italia corrisponde a 4, 5, 6 o 8 anni e conferisce due cedole all’anno pagate semestralmente, la parte di guadagno fissa corrisponde al tasso dell’1,6 %, il restante viene determinato dalla condizione economica del paese, come accennato poc’anzi, attualmente questo valore “oscilla” tra 1,7% sui 4 anni e all’1,72% sulla durata completa dell’obbligazione.
E’ anche prevista una forma di aumento di guadagno in percentuale per chi decide di non vendere o “muovere” il BTP Italia prima della scadenza, un ulteriore 0,4 %.