La busta paga, almeno nel nostro paese, viene considerata come una forma di “dimostrazione” legale di un particolare posto di lavoro, a prescindere dalla tipologia, ma che rientra comunque nel contesto al quale siamo legati maggiormente. La busta paga sta ad indicare sia il salario, che viene generalmente corrisposto ad un termine mensile, che altre e numerose voci e forme di informazioni molto disparate tra loro, che spesso non sono comprese e considerate. In particolar modo tra le varie forme, una voce risulta però essere sottovalutata.
Controlla sempre questa voce in busta paga
E’ sempre bene ricordare che buona parte delle voci che troviamo nella busta paga rientra in specifiche categorie. La parte iniziale riflette l’aspetto anagrafico del lavoratore e del datore di lavoro e, più precisamente si tratta di nome, cognome, ragione sociale, numero di matricola, mansione e la paga base.
Tra queste voci però ne spicca una in assoluto perché viene ignorata ma è tanto importante e corrisponde all’ E.D.R. cioè all’Elemento Distinto della Retribuzione un importo fisso pari a 10,33 euro erogato in maniera obbligatoria per 10 mensilità per ogni forma e categoria di lavoratore.
La parte centrale della busta paga, spesso quella più consultata, corrisponde invece al calcolo delle ore lavorate, ma anche ad altre forme di indennità, come ad esempio le ferie, i permessi, i premi produzione, le forme di tredicesima e quattordicesima quando presenti, oltre alle ore di straordinario. La parte più complessa da decifrare è quella dislocata in basso, che è quasi sempre destinata all’aspetto contributivo oltre ai dati previdenziali.
E’ inoltre estremamente importante conferire una particolare al calcolo del TFR (Trattamento di Fine Rapporto) che corrisponde ad valore lordo annuo che è pari alla somma di tutte le mensilità lorde maturate diviso 13,5. Tale forma di importo è presente in modo progressivo su tutte le buste paga e aumenta in maniera progressiva con il tempo trascorso presso lo stesso datore di lavoro.