Ecco perché Iliad ha portato Tim in Tribunale

Iliad porta la Tim in tribunale. Ecco perché. Titolo dell'articolo

Tim per un lungo periodo avrebbe contattato gli ex-clienti, passati a Iliad, per proporre loro allettanti proposte per il rientro. Una politica scorretta, secondo Iliad. Alla fine i due gestori sono finiti in tribunale e in questo post vi raccontiamo questa interessante vicenda che vede Iliad vs TIM.

Tra le varie strategie commerciali attuate da operatori come Tim, Vodafone e Wind Tre c’è il telemarketing attraverso call center, che in alcuni casi sembrerebbe essere “molesto”: nello specifico, ecco tutti gli aggiornamenti la vicenda Iliad-Tim.

CHIAMATE INDESIDERATE TIM: LA VICENDA

I call-center degli operatori telefonici possono operare in modo fastidioso, anche usando dati che non dovrebbero nemmeno avere: ecco il motivo principale che ha portato in tribunale la vicenda Iliad contro Tim, in cui quest’ultima risulterebbe colpevole di chiamate indesiderate ai neo-clienti, attuate con insistenza per riportarli sotto la sua copertura.

Nello specifico, il caso a cui ci riferiamo e di cui vi vogliamo tenere aggiornati è strettamente collegato alla sanzione da 27 milioni di euro inflitta a TIM per condotte scorrette, con centinaia di segnalazioni nel periodo da gennaio 2017 ai primi mesi del 2019. Tutti questi avvisi riguardavano la ricezione di chiamate promozionali indesiderate senza consenso o, addirittura, nonostante l’iscrizione degli utenti “importunati” al Registro pubblico delle opposizioni.

A che punto è questa vicenda? Cosa succederà in futuro? Facciamo subito un po’ di chiarezza sullo scottante caso Iliad vs Tim.

CASO ILIAD/TIM: LA BATTAGLIA IN TRIBUNALE

Il caso delle chiamate indesiderate da TIM ha subìto degli aggiornamenti nell’ultimo periodo, e nello specifico a fine novembre 2020: in quei giorni la sentenza del TAR è stata sospesa dopo che Iliad aveva visto accolto il ricorso per accedere agli atti. Ma cos’è successo? Andiamo con ordine.

In pratica, dato che anche un’altra compagnia (Fastweb) aveva (alla fine) avuto accesso a questi documenti importanti, per verificare quali numeri fossero stati contattati, anche Iliad ne fece richiesta. Il problema è che la compagnia francese si è vista negare questa opportunità e ha dunque scelto di fare ricorso contro il parere negativo del Garante.

La procedura, grazie al movente dichiarato, ha poi ottenuto dal TAR l’ok, con l’accesso (limitato) agli elenchi di numerazioni usati da TIM per i contatti commerciali illeciti. Iliad ha infatti dichiarato fin dall’inizio, sia al Garante Privacy che al TAR del Lazio, il fatto che la sua richiesta fosse motivata dalla necessità di difendere i suoi diritti nei confronti di TIM, per provare le violazioni sul trattamento dei dati personali degli utenti.

Ma com’è finita la battaglia legale?

ILIAD VS TIM: IL FUTURO

Tim non è stata in silenzio e all’inizio di questo mese (dicembre 2020) ha ottenuto la sospensione dell’esecutività della sentenza direttamente dal Consiglio di Stato, dopo sua stessa proposta d’istanza per misure cautelari monocratiche.

Il CdS ha dunque accolto la richiesta per motivi di estrema urgenza, visto che Iliad potrebbe accedere agli atti e vanificare l’appello di TIM, cioè tutelare la riservatezza dei documenti legati al procedimento sanzionatorio.

La sentenza era dunque fissata il 17 dicembre 2020, cui ha fatto seguito l’ordinanza del 18, in cui il Consiglio di Stato ha definitivamente accolto l’istanza cautelare sospendendo le decisioni del TAR. La possibilità concessa a Iliad all’accesso ai documenti “incriminati” è oggi sospesa.

Prossima udienza di merito prevista per il 18 marzo 2021.

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