Allerta Partita IVA: attenzione, ecco la multa che potete ricevere

A seguito della legge di Bilancio del 2023, il Governo ha deciso di chiudere la morsa intorno a tutti coloro che hanno una partita IVA “apri e chiudi”, di conseguenza sono previsti controlli al fine di individuare i soggetti “pericolosi”. Proprio per questo motivo, molte persone potrebbero essere chiamate a presentare dei documenti che attestino l’effettivo svolgimento delle attività lavorative nel pieno rispetto della legge. Se la persona analizzata non passerà i controlli, sarà attivata una misura di cessazione immediata della propria partita IVA, con conseguente sanzione amministrativa fino ad un valore di 3 mila Euro.

Partite IVA “pericolose”

L’Agenzia delle Entrate, soprattutto dal nuovo anno, sta attuando controlli rigidi e sanzioni severe contro tutte quelle partite IVA ritenute non meritevoli, o più semplicemente “pericolose”. Secondo quanto affermato dalle maggiori testate giornalistiche, i soggetti sottoposti a cessazione della propria partita IVA potranno presentare una richiesta per la riapertura, ma a condizione che sia avallata da una fideiussione bancaria o assicurativa di almeno 3 anni, con un valore complessivo minimo di 50 mila Euro. Il motivo principale di tutto questo è di contrastare il fenomeno delle frodi e dell’evasione fiscale, attività ormai portata avanti da molti soggetti al fine di aggirare il pagamento dei contributi e delle tasse.

Secondo quanto riportato nella legge di Bilancio 2023, l’Agenzia delle Entrate potrà eseguire qualsivoglia verifica che sia ritenuta opportuna, analizzando in modo accurato la richiesta per l’apertura delle nuove partite IVA, tecnica nata per catturare più velocemente i soggetti ritenuti a rischio frode. A questo punto, l’Ente potrà invitare la persona sospetta a presentarsi nei propri uffici per ulteriori controlli, secondo quanto disposto nell’articolo 32 del D.P.R. numero 600/1973. Una volta convocato, il contribuente dovrà essere munito di tutte le scritture contabili obbligatorie, così da dimostrare la reale attività lavorativa; e soltanto a seguito di tutta la documentazione richiesta, il sospettato sarà depennato dalla lista dei possibili sospettati.

Se, al contrario, il controllo avrà esito negativo, cioè quindi se il contribuente non presenta la documentazione a dimostrazione del vero, oppure quest’ultima non risulta idonea o fuori legge, avverrà la cessazione d’ufficio a carico della partita IVA. A questo punto, l’unica cosa da fare per il contribuente è richiedere una nuova partita IVA come suddetto, anche se ad ogni modo non è ammessa l’agevolazione del cosiddetto “cumulo giuridico”. Tuttavia, secondo l’articolo 1 della Legge 197/2022, per poter rendere valide le norme legislative, l’Ente deve procedere alla pubblicazione dei provvedimenti attuativi; in parole povere, dovranno essere forniti tutti i chiarimenti sulle regole, criteri e termini per l’esecuzione della norma.