BTP Italia, ecco perché è così profittevole: “da non credere”

Il concetto di investimento è più che mai “vivo” nel nostro paese, in particolar modo nelle varie condizioni di crisi che si sono evidenziate nel corso degli ultimi anni, la popolazione costituita prevalentemente dai piccoli risparmiatori hanno scelto di dare fiducia alle varie forme di BTP, in particolare la variante “Italia”, istituita nel 2012 come versione dei tradizionali buoni del tesoro poliennali.

BTP Italia, ecco perché è così profittevole: “da non credere”

I buoni del tesoro poliennali corrispondono in buona sostanza a dei prodotti da investimento come obbligazioni ed “azioni” erogate dallo stato, che nella forma standard, concepita a partire  dagli anni 70 del Novecento, permettono di far fruttare i propri risparmi attraverso questi investimenti, che presentano una soglia di reddito definita da alcune percentuali.

Ne esistono in svariate tipologie e scadenze, pur restando qualcosa di legato al concetto di  titolo emesso dallo Stato italiano. Il BTP Italia è la versione attualmente preferita, acquistata da milioni di italiani, e si differenza dagli altri titoli di stato italiani per la capacità di essere legata al concetto di inflazione del nostro paese, pur mantenendo i principali vantaggi dei tradizionali bond,  come l’essere uno strumento a tasso fisso però  concepito in scadenze più limitate, corrispondenti a 4, 5, 6 o 8 anni e corrispondente a due cedole all’anno, pagate semestralmente.

Se  da un lato garantiscono un tasso fisso dell’1,6 €, dall’altra parte il valore delle cedole è determinato dall’indice FOI, che è quasi uguale al variabile del tasso di inflazione generale.

Sono considerabili appetibili proprio in concetti di inflazione “ballerini” perchè in caso di variazione, la cedola paga anche la differenza dovuta all’inflazione ed anche se quest’ultimo valore sale, non viene disperso il potere d’acquisto iniziale.

Queste obbligazioni sono raggiungibili ed acquistabili liberamente attraverso un qualsiasi portale di home banking così come attraverso il mercato secondario, detto anche MOT, che permette di acquistare le obbligazioni ma anche di venderle.