Ecco quanto può valere l’oro usato che hai in casa: “pazzesco”

L’oro corrisponde ad un bene percepito ancora oggi come assoluto e inossidabile, esattamente come una delle qualità rinomate e riconosciute di questo specifico metallo, che è stato quasi sicuramente il primo “scoperto” dai nostri antichissimi antenati, addirittura nella Preistoria, quindi molto prima della cultura scritta. L’oro usato corrisponde ad una delle varianti più incidenti in svariati contesti, ed è percepito come uno dei principali beni rifugio in senso assoluto.

Ecco quanto può valere l’oro usato che hai in casa: “pazzesco”

E’ un elemento chimico percepito da sempre come estremamente utile in tutti gli ambiti, in primis per l’enorme compendio di utilizzi che è possibile associare all’oro: è infatti un metallo duttile, resistente, praticamente impossibile da replicare efficacemente.

Risulta essere così duttile che fin da contesti molti antichi è iniziata la pratica della creazione delle leghe d’oro, ossia l’utilizzo di strutture di metalli concepite con l’ausilio di oro ed altri materiali meno pregiati, così da ridurre l’apporto di metallo puro ed allo stesso tempo conferire una maggiore resistenza.

Per ogni utilizzo concepito di oro esistono delle diverse gradazioni di lega, ed anche le varie forme di corrispondenza da impiegare nell’ambito usato.

In Italia così come in praticamente ogni altro paese del mondo esiste il concetto di oro usato, che nel nostro paese viene quasi sempre associato alla “purezza” corrispondente al 18 carati.

Questo perchè in Italia, così come in altre realtà, questa unità di purezza è quella maggiormente utilizzata alla variante impiegata per i gioielli anche se questi possono essere anche realizzati con valori pari a 8 e 14 carati. L’oro usato corrisponde ad un valore variabile, influenzato dall’oro economico e trattandosi di un bene rifugio, ossia qualcosa che è generalmente “stabile” perchè sempre fortemente incidente e richiesto sul mercato, ad oggi l’oro a 18 carati può far fruttare importi interessanti in quanto è valutato mediamente sui 41 euro al grammo.