Se ricevi questo messaggio dall’Agenzia delle entrate non aprirlo

L’Agenzia delle Entrate è un ente legato al Ministero dell’Economia e Finanze che si occupa tra  le altre cose del calcolo e dell’erogazione delle imposte, venendo quindi naturalmente legato a questo specifico ruolo che in realtà è solo uno dei tanti. L’Agenzia delle entrate da oramai svariati anni ha compiuto passi in avanti dal punto di vista della gestione delle pratiche che sono immesse anche digitalmente parlando. Tuttavia bisogna guardarsi bene dalle varie comunicazioni che presentano il logo dell’Agenzia.

Se ricevi questo messaggio dall’Agenzia delle entrate non aprirlo

Questo perchè la nomea e la funzione di quest’ente  viene spesso concepito in modo improprio. La sua elevata riconoscibilità lo hanno reso estremamente utilizzato nell’ambito dello sviluppo delle truffe telematiche, oggi molto diffuse anche per l’aspetto così culturale degli smartphone.

L’Agenzia delle Entrate, essendo un ente dello stato, non fa ricorso a comunicazioni ufficiali contenenti dati o pratiche legate ai cittadini, anche se molti non ne sono a conoscenza: proprio i truffatori maggiormente abili sono soliti concepire messaggi fake, che utilizzano illecitamente i vari simboli ed uno schema comunicativo simile.

Mail, SMS o anche false notifiche di smartphone costituiscono il “tramite” di queste truffe che quasi sempre contengono anche un testo in un italiano non corretto e che fa riferimento a varie eventuali quanto false problematiche di ogni tipo, dalla cartella esattoriale da attenzionare fino a pratiche errate, oppure denaro bloccato da qualche parte, insomma secondo il più tradizionale dei phishing.

La vera ente tiene una pagina aggiornata con tutte le varie truffe che portano il proprio nome, pagina che contiene da anni tutti i vari esempi più comuni anche se è impossibile classificarli tutti: uno di questi sistemi di truffa utilizza il sistema della mail seguente: lo scopo è far aprire un link “maligno” che può portare alla perdita dei dati della vittima oppure portarlo a scaricare un allegato  altrettanto “nocivo”.