Oro usato, nel 2023 avrà un valore mai visto: ecco le PREVISIONI

Ben poche risorse sono ormai considerate “stabili” sia parlando dal punto di vista economico sia da quello “culturale” come l’oro, in quanto il famosissimo elemento chimico che occupa il numero 79 sulla tavola periodica è considerato un bene di valore da moltissimo tempo ed è ritenuto davvero importantissimo in tutti gli ambiti, anche sul mercato dell’usato.

Per diverso tempo questa risorsa è stata alla base di ogni contesto economico e finanziario e in questo, l’oro, è estremamente duttile (sotto diversi punti di vista è infatti la risorsa maggiormente adattabile ed “elastica” in senso assoluto nonché rappresenta anche la prima forma di metallo “scoperta” dalla specie umana, conosciuta con molta probabilità fin dalla Preistoria.)

L’oro usato segue in modo parallelo il valore di quello nuovo, ma non tutte le nazioni utilizzano gli stessi standard, che cambiano anche a seconda del contesto: in Italia l’oro usato viene identificato in quello utilizzato di più nelle lavorazioni dei gioielli ovvero l’oro a 18 carati, chiamato anche oro 750, dato che la percentuale di metallo puro è esattamente pari al 75%.

Il valore dell’oro, in generale, viene però determinato da numerosi fattori in cui in primis abbiamo la richiesta del mercato, dato che pur avendo perso buona parte del potere economico, resta ugualmente una risorsa di grande rilevanza in termini di investimento.

In condizioni di crisi sono diverse le nazioni che si affidano proprio alle proprie riserve di oro, trattandosi di risorsa strettamente collegata ad altre di uguale importanza come il petrolio. Nel corso del 2022 tale risorsa ha visto un graduale aumento di prezzo fino alla primavera, avendo raggiunto la ragguardevole soglia di 1.849 dollari l’oncia troy (ovvero l’unità di misura più utilizzata per i metalli e per le pietre preziose), calando poi nel corso del tempo pur restando sempre più o meno stabile.

Secondo parecchi esperti il 2023 sarà l’anno di “rinascita” dell’oro, considerato da sempre un “bene rifugio”, specie in virtù di un raggiungimento di un valore massimo del dollaro, che potrebbe portare l’oro usato fino ad una valutazione che potrebbe superare i 45 euro al grammo.