Non mangiare mai arance fuori stagione: ecco cosa contengono

Negli ultimi anni le campagne di sensibilizzazione che riguardano la salvaguardia del pianeta in cui viviamo e dell’ambiente che ci circonda, nonché sull’educazione ad un’alimentazione sana, sono sempre più intense e diffuse. Expò 2015, l’esposizione internazionale sul cibo e sulla nutrizione che si è tenuto nel nostro paese, a Milano, ha avuto come scopo principale quello di portarci in giro per il resto del mondo, fornendoci tutte le “istruzioni per l’uso” necessarie alla realizzazione di un benessere collettivo e volto all’eliminazione degli sprechi.

Una delle cose principali che Expò 2015 ci ha insegnato, è quello di salvaguardare il pianeta (e di conseguenza noi stessi) dai vari sprechi dovuti ad un modo del tutto sbagliato di alimentarsi. Vi siete mai chiesti che cos’è l’impronta biologica? Non si tratta che un parametro che sta ad indicare la quantità delle risorse naturali esauribili (come la terra e l’acqua) di cui gli uomini hanno bisogno per produrre beni alimentari e smaltire i propri rifiuti.

Tutto questo è molto facile da capire: più strada fa un’arancia per arrivare a Luglio nel vostro sformato di frutta e più sarà stata allora necessaria l’energia per produrla fuori stagione e ancora maggiore sarà il danno che sarà stato inflitto all’ambiente che vi ci circonda. Uno dei punti cardine di questa missione, quindi, è proprio cercare di non consumare cibi fuori stagione.

Perché non consumare le arance fuori stagione?

Nelle serre, in cui viene praticata spesso una coltivazione monotona, questo non accade affatto e sia la frutta che la verdura perdono il loro gusto naturale. Prodotti, come i pomodori ad esempio, che siamo ormai abituati a vedere, comprare e consumare dodici mesi all’anno, hanno oggi dei prezzi esorbitanti, proprio a causa dell’enorme dispendio di risorse che viene impiegato nella loro produzione, nel trasporto e nell’importazione di paesi esteri, dal luogo di coltivazione ma anche a quello di scambio.