Bere aceto di mele fa bene? Parola all’esperto. “Attenzione”

Probabilmente molti di voi hanno l’abitudine di bere acqua e limone al mattino appena svegli ma soltanto in pochi avranno provato (ed effettivamente ci vuole un po’ di coraggio) ad iniziare la giornata con dell’aceto di mele. A tal proposito è stato fatto un esperimento, che è stato preso anche un po’ come una sfida: si è fatto bere per una settimana un po’ di aceto di mele per vedere se questa bevanda, assunta come prima cosa del mattino, potesse risultare in qualche modo benefica per il nostro organismo.

Nonostante il suo gusto forte e per tale ragione, non a tutti gradito, l’aceto di mele è comunque sia abbastanza noto per avere diverse proprietà come la facilitazione della digestione, la capacità di sgonfiore e di miglioramento dell’aspetto della pelle, le sue grandi proprietà anti-infiammatorie, antibatteriche, diuretiche e l’aiuto che è in grado di dare al sistema immunitario, oltre che al bellissimo potere saziante e molto altro. Insomma si tratta di un alimento dallo spiccato valore terapeutico che non a caso viene spesso utilizzato come medicina naturale.

Com’è andato l’esperimento?

All’inizio è stata molto dura in quanto l’aceto di mele di prima mattina non è proprio il sapore che si vuole sentire appena svegli visto che dà anche un senso di bruciore alla bocca e infatti l’istinto è dunque quello di far seguire l’assunzione da un bel bicchiere di acqua.

La sensazione successiva è poi quella dell’azione all’interno del corpo: si sente una sorta di bruciore che dalla gola arriva fino allo stomaco e non è affatto una cosa normale ma è dovuta dall’errore di aver bevuto un bicchierino intero di aceto puro, una dose che non soltanto risulta eccessiva ma anche fin troppo forte visto che non è diluita  nell’ acqua.

Comunque sia, dopo una settimana di assunzione di aceto di mele ben diluito con dell’acqua, si sono potuti notare i primi benefici quali la pancia molto più sgonfia ma anche un maggior carico di energia rispetto al solito oltre anche ad un appetito più contenuto che consentiva di non fare lo spuntino del pomeriggio.