Attenzione, non mangiare kiwi se…: ecco cosa potrebbe succedere

I kiwi come anche le arance, sono quei frutti che non mancano mai sulle tavole degli italiani, specialmente durante la stagione invernali. Pur essendo apprezzati per le tantissime proprietà anti-influenzali, non sempre però è consigliato consumarli, poiché in alcuni casi possono nuocere gravemente alla nostra salute.

Il kiwi è un frutto tropicale originario della Cina ma che oggi è ormai coltivato in tutto il mondo, anche in Italia. Al pari delle arance, esso abbonda nella stagione invernale distinguendosi per il suo gusto delicato e acidulo e per la ricchezza di vitamine e minerali. In particolar modo, il kiwi è una fonte eccezionale di vitamina C e K, che contribuiscono alla salute di tutto il sistema immunitario e delle ossa.

I kiwi sono un’ottima fonte di fibra alimentare che risulta essere in grado di mantenere il tratto intestinale bene in salute. In termini di apporto calorico, invece, per ben 100 grammi di prodotto si assumono 61 calorie. Essendo un frutto ricco di vitamine e minerali, esso è comunque una scelta perfetta per chi desidera seguire una dieta equilibrata e sana

Ma c’è un però: un suo consumo troppo eccessivo può influire in maniera negativa sulla salute e per questo è importante consumarlo con moderazione ed evitare di mangiarlo in presenza di certe determinate patologie quindi vediamo subito il quali casi possono fare male alla salute.

In linea di massima sarebbe meglio evitare il consumo dei kiwi se si è allergici al frutto oppure se si soffre di malattie gastrointestinali quali l’ulcera o la gastrite. In questi casi, il consumo di tali frutti può aggravare i sintomi o addirittura causare reazioni allergiche dovute alla presenza di una proteina che scatenare reazioni cutaneeorticarie e perfino difficoltà respiratorie.

Questi però non sono affatto gli unici casi in cui i kiwi possono far male perché se si stanno assumendo dei farmaci per fluidificare il sangue è il caso di evitarli in quanto una quantità elevata di vitamina k può interferire con l’effetto dei farmaci aumentando il rischio di emorragie.